La Storia
STORIA DI TABIAGO
Premessa
Quanto andrò scrivendo l’ho preso dal libro di Gaetano Riva “TRE PAESI, DUE PARROCCHIE, UN COMUNE”, e del Chronicon dell’archivio parrocchiale.
Questo è un riassunto semplice e abbordabile; un aiuto per conoscere un po’ la storia del passato e per ricordare con riconoscenza coloro che hanno lasciato un’impronta indelebile nella formazione di una comunità.
Dopo una breve introduzione, relativa alla “preistoria” dei nostri antenati, vedremo Tabiago come Paese, come Parrocchia, come Chiesa.
Un po’ di “preistoria”
Spesso i nomi dei nostri paesi, soprattutto della Brianza, terminano col suffisso -ago.
“-ago” sta per “pago”, che nel latino popolare tardivo indica il “villaggio”, un piccolo agglomerato di case, con attorno dei terreni coltivati.
Tale suffisso, unendosi ad altri nomi, perde la “p”, diventando “ago” e a volte “ugo”, e altre volte “igo”, come ad esempio, Lurago, Bulciago, Barzago, Cassago, …Lambrugo,…Orsenigo,… E così è nato anche il nome di Tabiago.
Da termine “pago” deriva “pagano”, cioè “abitante del villaggio”, che all’inizio, indicava chi non credeva nel Dio cristiano, non tanto perché non aveva aderito alla fede, ma perchè non aveva ancora sentito parlare di Gesù, in quanto nei piccoli villaggi la predicazione cristiana è arrivata molti anni dopo, rispetto alle grandi città.
Si sa, ad esempio, come S. Paolo e gli Apostoli prediligevano i grandi assembramenti di persone: Antiochia, Filippi, Tessalonica, Atene, Corinto, Roma, ecc.
Per quanto riguarda la diffusione del Cristianesimo in Brianza, da alcuni documenti si rileva che la religione cristiana era presente già nella seconda metà del sec. IV, almeno in alcune località. Citiamo, una fra tutte, la testimonianza della permanenza di S. Agostino nel “RUS CASSICIACUM”, che sembra sia l’attuale CASSAGO BRIANZA, confinante con Nibionno.
In un primo momento, verso il sec. VII i cristiani presenti sul nostro territorio confluivano a INCINO (parte più antica di Erba), dove di quando in quando veniva qualche sacerdote inviato dal Vescovo di Milano.
In un secondo momento, intorno ai secoli VIII-IX veniva costituita la PIEVE DI INCINO, con la residenza stabile di un sacerdote, chiamato “Parroco” (dal greco significa: “ vicino alle case”, cioè “colui che abita vicino alle case della gente”).
Questo sacerdote residente, cioè il Parroco, era coadiuvato da altri preti, che nei giorni festivi e nelle solennità si recavano nei paesi attorno per la celebrazione dei principali uffici religiosi.
A. Tabiago: il paese.
Di preciso non si sa quando e come sia nato il nostro paese.
Rimandiamo a questo proposito al libro di Gaetano Riva “TRE PAESI, DUE PARROCCHIE, UN COMUNE”, che abbiamo già citato all’inizio e di cui prendiamo quasi tutte le citazioni.
Molto probabilmente esisteva già nel 1° millennio un piccolo nucleo di famiglie; però i primi documenti storici, di cui citeremo alcuni esempi, risalgono dal 1100 in poi e testimoniano l’esistenza di due nuclei abitati: Tabiago e Nibionno.
Per maggior praticità li dividiamo in:
1. Documenti notarili
- 1119, maggio
“Amelio, figlio del fu Amelio di Tabiago, cede al fratello Pietro la parte che gli spetta, sia del mulino nuovo costruito sul fiume Lambro, sia del terreno annesso; il tutto giacente nel territorio del già detto Tabiago”.
Questo è il 1° documento conosciuto finora che porta il nome di Tabiago. - 1131, 1° gennaio
“Lanfranco, detto Paxino, di Briosco e la moglie Stremida vendono ad un certo Maifredo le rendite che essi godevano su alcuni beni situati in Nibionno”.
Erano beni che appartenevano alla Basilica di Monza. - 1152, 26 novembre
“Alcuni uomini di Tabiago restituiscono all’Arciprete della Chiesa di S. Giovanni in Monza i terreni che tenevano in uso”. - 1176
“Ugo e Anselmo di Tabiago vendono delle terre di Nibionno alla Chiesa di S. Giovanni di Monza”.
Parecchi altri documenti notarili parlano di Tabiago e di Nibionno, dove ci sono non solo campi coltivati, prati e terreni boschivi, ma anche vigneti: quasi tutti di proprietà della Basilica di Monza.
2. Documenti religiosi
- 1346
Nell’archivio prepositurale di Erba c’è un documento di carattere religioso, datato 1346, che riporta un elenco di Cappellani dei paesi attorno ad Erba. Tale elenco si conclude con la presentazione di colui che l’ha compilato, con queste parole: “Io, Beltramino, che sono chiamato anche Zanino, figlio di un certo Beltramo di Molteno, comprensorio di Milano, …che abito nella località di Tabiago…”. “Ego, Beltraminus qui dicor Zaninus filius quondam Beltrami de Molteno, civitatis Mediolani,…qui habito in loco de Tabiago…” - 1397
Un altro documento del 1397, riguardante il vicino Monastero di Cremella, parla di:
“Il Signor Prete Giovanni di Tabiago, beneficiario della chiesa di San Giovanni di
Bulciago e rettore della chiesa di Santa Maria nella località di Cassago…”.
“Dominus Presbiter Johannes de Tabiago, beneficialis ecclesie sancti Johannis de
Biolzago et rector ecclesie sancte Marie loci Cassago…”.
B. Tabiago: la Parrocchia
Anche se Tabiago non era ancora costituita in parrocchia, tuttavia molto tempo prima esisteva già una chiesa, come vedremo in seguito.
Poi col tempo, piano piano, dopo essere stato sotto l’influenza di Incino (Erba) e successivamente di Masnaga, acquista una sua indipendenza giuridica, divenendo parrocchia.
Con l’aiuto di alcuni documenti, vedremo soprattutto 3 momenti:
- dapprima la chiesa di Tabiago dipende da Masnaga;
- poi si crea progressivamente una certa autonomia;
- alla fine si determina una stabilizzazione in parrocchia.
1. La chiesa di Tabiago è sotto l’influenza di Costa Masnaga
Una delle prime parrocchie della zona che costituirà polo di attrazione per i borghi circostanti è Costa Masnaga, da cui dipendevano anche le chiese di Tabiago e di Nibionno. Infatti così dice un documento:
“A Masnaga, attorno al 1400, risiedeva permanentemente un sacerdote con autorità quasi di parroco e da lui dipendevano anche le chiese di S. Protaso a Nibionno e S. Fedele a Tabiago”
Nel 1449 venne eletto cappellano e beneficiario della chiesa di S. Maria di Masnaga il prete Arnoldo de Buziis de Sezana (Cesana). Il 26 novembre dello stesso anno, il medesimo prete ottiene il beneficio, la cura e il governo della chiesa dei Santi Fedele e Simone di Tabiago.
Inoltre, nella prima visita pastorale di cui si ha notizia (1455: Arcivescovo Gabriele Sforza), si parla ancora del Prete Arnoldo, che era residente a Masnaga e che era anche confessore del vicino convento di Lambrugo e prete della Chiesa di Tabiago.
2. Si crea una certa autonomia
1517
Il 1517 sembra essere una data significativa in cui la chiesa di Tabiago si avvia a diventare parrocchia.
Infatti un documento notarile, che porta la data del 13 maggio 1517, parla del prete Ambrogio de Maueris (Mauri), Rettore beneficiale residente della chiesa di S. Fedele
di Tabiago, dà in affitto i beni della chiesa (casa colonica, orto, terreni coltivabili e terreni boschivi, vigneto: il tutto vicino alla chiesa stessa) a un certo Bernardino Mauri e a suo figlio Bosio, abitanti a
Cibrone.
N.B. Si parla di un prete che è residente, cioè si dichiara la presenza fissa a Tabiago di un sacerdote. Il che fa supporre che Tabiago probabilmente non è ancora parrocchia, ma già sta avviandosi a diventarlo, rendendosi indipendente da Masnaga con un suo prete appunto residente.
1527
In un atto notarile del 15 gennaio 1527 si parla ancora del prete Ambrogio Mauri: “Il signor prete Ambrogio Mauri, figlio di un certo signor Michele, rettore della chiesa di S. Fedele di Tabiago”. “dominus presbiter Ambrosius de Maueris filius quondam domini Michelis, rector ecclesiae Sancti Fidelis loci de Tabiago”
N.B. Qui il prete Ambrogio Mauri è chiamato “rector”, cioè residente e anche responsabile in prima persona della chiesa. Non è ancora parroco, ma già fa le veci del parroco.
1542
In atto notarile dell’anno 1542 si trova scritto: “Il signor prete Oliverio Appiani di Bosisio, figlio di un certo signor Giovanni, rettore della chiesa di S. Fedele di Tabiago, della “squadra” di Nibionno”. “Dominus presbiter Oliverius de Aplano de Boxixio, filius quondam Domini Johannis, rector Ecclesiae Sancti Fidelis de Tabiago, squadra Nibioni”
N.B. Anche il prete Oliverio Appiani, successore del prete Ambrogio Mauri è chiamato “rector”, come il suo predecessore. Ciò indica che una certa indipendenza da Masnaga sta diventando un fatto consolidato.
1562
In un documento del 1562, conservato nell’Archivio della Curia di Milano, si attesta che la chiesa di Tabiago è stata consacrata il 7 novembre 1562 da Mons.
Gerolamo Ferragatta, Vescovo di Mondovì e suffraganeo della chiesa Milanese. Infatti in quell’anno S. Carlo non era ancora Vescovo: era solo Amministratore della chiesa milanese con residenza a Roma. Sarà consacrato Vescovo il 7 dicembre 1563 e nominato Arcivescovo di Milano il 12 maggio 1564: prenderà possesso della diocesi il 23 settembre 1565.
La chiesa viene dedicata a “S. Simone, Giuda e Fedele Martire”.
N.B. 1) Di solito la chiesa parrocchiale veniva consacrata da un Vescovo, mentre una chiesa non parrocchiale, di solito chiamata “cappella”, o “oratorio”, era solamente benedetta. Questo ci fa capire che, se Tabiago non è ancora parrocchia, il diventarlo è un avvenimento imminente.
N.B. 2) Come si vede, accanto a S. Fedele appaiono i nome dei SS. Simone e Giuda.
Come mai? Prendiamo in considerazione alcune possibili spiegazioni.
Una prima spiegazione ci è fornita addirittura dal Card. Schuster in un appunto del 1940. “San Fedele si festeggia il 28 ottobre insieme con gli Apostoli Simone e Giuda.
Un po’ per volta l’antico titolare della parrocchia è stato dimenticato e sono subentrati i Santi Apostoli”.
Una seconda spiegazione può essere la seguente: S.Paolo nelle sue lettere e S.Giovanni nell’Apocalisse affermano che la chiesa ha come fondamento gli Apostoli, che non solo sono i primi e più importanti Santi della Chiesa, ma ne sono addirittura le colonne portanti.
Ora Tabiago, come anche altri paesi che in quegli anni si stavano costituendo in parrocchia, sentiva forte il desiderio e l’orgoglio di avere degli Apostoli come patroni della propria chiesa.
3. 1564: Tabiago è Parrocchia!
1564: è l’anno in cui con certezza Tabiago è parrocchia.
A partire da quest’anno iniziano in archivio i registri di Battesimo e di Matrimonio. (Quello dei defunti verrà in seguito, all’inizio del 1600).
- Il 1° Battesimo porta la data del 12 novembre 1564.
- Il 1° Matrimonio porta la data del 26 dicembre 1564.
A partire da questa data, il nome originario di S. Fedele tende sempre più a scomparire.
Da quanto abbiamo visto, possiamo concludere che Tabiago si staccò definitivamente da Masnaga e divenne parrocchia negli ultimi mesi del 1564, attraendo nella sua giurisdizione le frazioni di: Gaggio, Molino Nuovo, La Merla, Cimarosa e Brascesco.
Continuavano a far parte di Costa Masnaga: Nibionno e Mongodio, mentre Camisasca, Rogolea e Carpanea erano sotto la giurisdizione del Monastero di Lambrugo.
In seguito, per volontà di S. Carlo che in occasione della sua visita pastorale aveva visitato i luoghi, passeranno sotto Tabiago: nel 1569 Nibionno e Mongodio; e nel 1574, anche Carpanea, Camisasca e Rogolea a causa delle continue inondazione del Lambro, che impedivano alla gente di recarsi a Lambrugo per le funzioni sacre.
C. Tabiago: La Chiesa
1. Esistenza di una chiesa a Tabiago.
Già nel 1206 si parla di una chiesa a Tabiago dedicata a S. Fedele, ma molto probabilmente esisteva già da tempo, forse già dall’anno 1000/1100.
Verso la fine del sec. XIII, c’è una conferma dell’esistenza di tale chiesa dedicata a S. Fedele da parte di Goffredo da Bussero, che nel suo “Liber Notitiae” compila un elenco di chiese e altari della diocesi di Milano.
Parlando della Pieve di Incino, afferma l’esistenza di 61 cappelle e 71 altari.
Tra l’altro scrive: “Nella località di Tabiago c’è una chiesa dedicata a San Fedele”.“loco Tabiago, ecclesia Sancti Fidelis”.
N.B. Come si vede la dedicazione iniziale della chiesa è diversa dall’attuale “SS.Simone e Giuda”.
La dedicazione a S. Fedele può far pensare a un influsso da parte di Como, nonostante i legami con Milano di queste zone. Ricordiamo che siamo a circa 16 Km.
Da Como, mentre da Milano ce ne sono il doppio, anche se quest’ultima era molto più importante.
Ma chi è S. Fedele?
Era un soldato della Legione Tebea, così chiamata perché i militari che la componevano provenivano tutti da Tebe, città situata nel cuore dell’Egitto. Erano tutti cristiani, compreso il loro comandante, S. Maurizio. A causa della loro fede, nella quale si sono mostrati irremovibili, sono stati fatti decapitare quasi tutti dallo stesso imperatore romano Massimiano Cesare, durante la marcia verso la Svizzera e la Germania per la conquista di quei territori.
Per quanto riguarda S. Fedele, dopo essere stato imprigionato a Milano, riuscì a fuggire con alcuni compagni e a rifugiarsi a Como. Ma qui, raggiunto dai soldati, fu decapitato.
Nel 964 il suo corpo, che era sepolto a Samòlago (paese in Val Chiavenna: all’incirca a metà strada tra Colico e Chiavenna), fu portato a Como e sepolto nella Chiesa di S. Eufemia, che, da allora, prese il nome di S. Fedele.
Da questo momento, il culto di questo Santo, già vivo nel comasco prima della traslazione del sua corpo, si diffuse con maggior intensità, giungendo anche a TABIAGO.
Sempre secondo lo stesso “Liber Notitiae” di Goffredo da Bussero, una Chiesa dedicata a S. Fedele esisteva anche a LONGONE al Segrino.
2. 1562: I caratteri originari della chiesa di Tabiago
Attorno all’anno 1562, risulta che tale chiesetta viene rifatta nuova, forse in previsione di diventare parrocchia.
Viene consacrata il 7 novembre dello stesso anno da Mons. Gerolamo Ferragatta, Vescovo di Mondovì e suffraganeo della chiesa di Milano: è dedicata ai SS. Simone, Giuda e Fedele martire, come abbiamo già visto.
Il 23 aprile 1574, che era un venerdì, il cardinale Carlo Borromeo fa visita alla chiesa di Tabiago. Trovò la chiesa sì piccola, ma decente.
In quell’anno Tabiago aveva 17 famiglie, mentre Nibionno ne contava 19.
Si registra fra l’altro che l’altare maggiore è costruito sotto una volta sufficientemente larga e tutta dipinta con tabernacolo in legno; nella parte settentrionale c’è una cappella con l’altare della Natività di S. Maria.
Una seconda cappella si trova nella parte orientale, abbastanza grande ma non ancora terminata e senza pitture, nella quale si celebra una messa alla settimana.
Una terza cappella, dedicata a S. Rocco è costruita nella parte meridionale, senza altare e senza pavimento, con un ingresso per la chiesa.
L’ingresso principale si trova nel mezzo della facciata con una sola apertura rotonda (“oculum”).
Non c’è il campanile e l’unica campana sta sopra due pilastrelli; la fune si trova nella cucina del curato.
E’ dotata di un battistero (per il quale si fa notare che non è stato costruito nella forma stabilita) e di un cimitero aperto annesso alla chiesa.
3. 1585: I primi lavori di ampliamento
Nel 1585 a seguito di una nuova visita vicariale si apprende che i lavori prescritti nella precedente visita del 1574 (e cioè: ingrandire la chiesa, creare la sacrestia, e abbellirla con pitture) sono stati eseguiti e la chiesa viene definita capace.
Sopra la copertura della chiesa un pilastrello regge la campana.
Non sono ancora stati realizzati il campanile e la sacrestia.
4. 1596: Il primo campanile
Nel 1596 un piccolo campanile viene eretto nella parte settentrionale, e vi si accede direttamente dall’altare maggiore.
5. 1618: I decreti del cardinal Federico Borromeo
Nel 1618 vengono emanati una serie di decreti seguenti alla visita del cardinal Federico Borromeo; fra gli altri, la richiesta di separare la sacrestia dalla casa del parroco e di portare a termine il campanile entro un anno, la cui sommità termini a piramide e in cima si metta una croce.
Si comperi una seconda campana e la si intoni con quella esistente ed il parroco provvederà a farla benedire.
6. 1686: La visita del cardinal Federico Visconti
Dalla visita del cardinal Federico Visconti nell’anno 1686 si deduce che la chiesa parrocchiale ha una navata a volta imbiancata, lunga 36 braccia compreso il coro e larga 12 braccia, con tre altari.
7. 1709: La visita del cardinal Giuseppe Archinti
Nel 1709 fa visita alla chiesa di Tabiago il nuovo cardinale Giuseppe Archinti, e dalla relazione del curato si ricava che vicino alla porta di entrata alla chiesa c’è il battistero, da cui si accede all’ossario dei morti, aperto verso la strada. (Il nuovo cimitero verrà realizzato solo nel 1811, poi ampliato nel 1878).
La porta di ingresso con le sponde in pietra molera ha un portichetto sostenuto da due colonne in serizzo. Esso verrà eliminato nel 1898 quando la chiesa sarà ingrandita.
Il campanile, che ha la porta verso l’altare maggiore, ha sopra due campane, una maggiore dell’altra.
8. 1752: La visita del cardinal Giuseppe Pozzobonelli
Nel 1752 fa visita alla chiesa di Tabiago il nuovo cardinale Giuseppe Pozzobonelli, dalla cui relazione si evincono le misure della chiesa (allora espresse in cubiti); 12,5
metri di lunghezza per 7 di larghezza e 11 di altezza; la torre campanaria porta tre campane (la terza era stata aggiunta nel 1744).
Nel 1763 vengono sostituite le tre campane con altrettante di nuova fattura.
9. 1807: Si innalza il campanile così come è adesso
Nel 1807 il parroco Redaelli fa innalzare il campanile all’altezza attuale di circa 34 metri da terra aggiungendo una quarta campana. Esso è impostato sul muro laterale a settentrione della chiesa, a pianta quadrata e misura circa 320 cm. di lato.
10. 1833: La chiesa è ampliata a tre navate
Nel 1833 il parroco Aquilino Riva fa ingrandire la chiesa a tre navate, ognuna delle quali misura 2,60 metri, mantenendo inalterata la lunghezza.
Viene eliminato il portichetto (costruito dal curato Torre nel 1724 e sotto il quale venne sepolto il parroco Redaelli morto nel 1828) e la facciata viene spostata avanti un metro per far posto alla bussola.
Due anni dopo si fa costruire il coro dietro l’altare maggiore con l’apertura di due finestre.
11. 1896-1904: La parrocchiale viene ampliata fino alle dimensioni odierne.
Nel 1896, 55 anni dopo il primo ampliamento (in quel mezzo secolo la popolazione si era quasi raddoppiata fino a raggiungere il numero di 980 persone), il nuovo parroco don Giulio Sciomachen dispone i nuovi lavori di ampliamento della parrocchiale su progetto dell’ing. Antonio Casati (la facciata è invece opera dell’architetto conte Ippolito Marchetti di Montestrutto) fino ad assumere le attuali forme.
Si demolisce la vecchia facciata, si portano avanti le tre navate tanto quanto necessario a raddoppiare la capacità della parte esistente.
Viene conservata la primitiva forma e si riportano simmetricamente le originarie arcate con tre nuovi archi diversi per ampiezza, per un totale di circa 11 metri.
L’ultimo arco più basso e stretto contiene un ampio atrio che sostiene la cantoria e l’organo.
I lavori di ampliamento saranno terminati due anni dopo, nel 1898.
Nel 1899 il Cardinal Andrea Ferrari dispone che il battistero sia posto all’entrata della chiesa, nella prima arcata della navata sinistra, circondandolo con un cancelletto di conveniente altezza e sormontato da croce.
In questo momento la pavimentazione interna della chiesa si presume essere in cotto lombardo.
Nel 1904 viene installato l’organo attuale che recupera le canne di facciata in stagno di quello originario risalente al 1839.
Terminati i lavori strutturali, si pensa alla decorazione interna della chiesa, che sarà eseguita dal pittore monzese Enrico Volonterio.
Eseguiti i lavori, il 29 aprile 1907, lo stesso Card. Ferrari finalmente consacrerà la chiesa.
12. Presumibilmente all’inizio del secolo risalgono tre opere significative di completamento del comparto parrocchiale.
- la costruzione dell’ “oratorio”, un corpo attaccato alla chiesa lungo 19 mt. per 7,50 di larghezza con accesso dal sagrato e dedicato alla Sacra Famiglia;
- la costruzione del sagrato e della piazza retti dal colossale muro a scarpa che lo regge con le due scalinate che collegano più direttamente alla chiesa Nibionno e Gaggio;
- nel 1911 la costruzione della Scuola Materna, che poi l’anno dopo, su consenso dell’Amministrazione Comunale, diventerà Ente Morale.
13. 1939: La costruzione della grotta.
Nel 1939 si decide di costruire la grotta della Madonna di Lourdes a metà delle due scalinate.
14. 1947: Rifacimento delle campane.
Nel 1942 vengono prelevate le due campane più grosse per esigenze belliche, di cui una viene riportata nel 1944.
Nel 1946 il parroco sottopone al giudizio di una apposita Commissione la sostituzione parziale o il rifacimento completo del concerto delle campane.
Si decide di rifonderle tutte e cinque con le stesse dimensioni, peso e tonalità delle precedenti (in Re maggiore); data la ristrettezza della cella campanaria, non si è potuto metterle più grosse.
Nel frattempo viene restaurato tutto l’esterno e messo a posto anche l’orologio che da tempo non funzionava.
In agosto le nuove campane costruite dalla ditta Oltolina Luigi di Seregno sono pronte e nei giorni 15, 16 e 17 agosto 1947 saranno collocate sul campanile.
Ciò che viene dopo è storia recente, che molti di voi hanno visto e vissuto in prima persona.
Don Luigi